Sperlonga

Le due riviere

Le due Riviere, separate dalla suggestiva Torre Truglia, presentano uno straordinario colpo d’occhio. La Riviera di Levante si estende fino alla Grotta di Tiberio, mentre quella di ponente lambisce la parte bassa di Sperlonga.

Arricchiscono il paesaggio due specchi di acqua dolce chiamati gli occhi di Sperlonga e sono il lago Lungo, separato dal mare da un breve cordone di dune ed il lago di S. Puoto.

Cenni storici

Arroccata sulla lingua di terra di Monte San Magno, vanta origini mitiche. Secondo alcuni studiosi, infatti, non lontana dalla sue coste, sorgeva Amiclae, la misteriosa città fondata dai Laconi.

Ma furono i romani a scoprirla alla fine dell’età repubblicana, realizzando magnifiche residenze, epicentri produttivi e di otium, attratti dalla bellezza del luogo e del clima mite.

All’Imperatore Tiberio va il merito di aver fatto costruire una villa imponente, che inglobava anche un’ampia grotta, nella quale furono collocate pregevoli opere di marmo che celebravano le gesta di Ulisse.

Saranno proprio le numerose cavità naturali, in latino “speluncae”, tra cui quella utilizzata dall’imperatore, a determinare il nome del futuro paese: Sperlonga.

 

Ancora storia

Dopo la caduta di Roma, verso il VI secolo, i ruderi della villa imperiale servirono da rifugio alle popolazioni rivierasche perseguitate dalla malaria e dai continui attacchi dei pirati che infestavano il Tirreno.

Per proteggersi dalle incursioni, che predavano ad ondate le coste, vennero costruite alcune torri di avvistamento.

Tutto fu inutile e il piccolo centro venne raso al suolo nell’agosto del 1534 dalle orde di Kaireddin Barbarossa, pirata turco e ammiraglio al servizio dell’Impero Ottomano.

 

La scoperta di Sperlonga

Nel Settecento e nell’Ottocento, Sperlonga assunse l’attuale caratteristica struttura a forma di testuggine e venne arricchita con chiese e palazzi signorili.

L’agricoltura rifiorì, ma non riuscì a far decollare l’economia. Il grande sviluppo verrà solo dopo la costruzione della litoranea Terracina-Gaeta, aperta nel 1957.

La nuova strada fece conoscere l’antico borgo marinaro e la preziosa collezione di marmi di Villa Tiberio, lanciando Sperlonga come una delle mete turistiche e culturali più apprezzate del Lazio.

 

Sperlonga da vedere

Un labirinto di viuzze, case tinte di calce bianca, resti di antiche costruzioni, spiagge sull’azzurro Tirreno, laghi e monti.

Tutto questo lo si trova a Sperlonga, nel Lazio, in provincia di Latina, antico borgo marinaro costruito su di un promontorio e circondato dal mare, considerato tra i più limpidi d’Italia, tanto da essere insignito, già dall’anno 1998 della Bandiera Blu.

Passeggiando tra i vicoli del suo centro storico, si aprono improvvisi squarci sul mare azzurro, da un lato la spiaggia di levante e l’altro della Grotta di Tiberio, dall’altro si nota la lunga spiaggia di ponente ed il promontorio del Circeo.

Le Torri di Sperlonga

Originariamente nel medioevo per difendersi dai Saraceni furono costruite quattro torri, per ordine del viceré Don Pietro di Toledo: la Torre Centrale e la Torre del Nibbio, sono oggi incorporate tra le case del paese, dando quell’aspetto arroccato e tortuoso che è una caratteristica di Sperlonga.

La Torre Truglia a pianta quadrangolare e robusti contrafforti laterali sta sul promontorio all’imboccatura del porticciolo.

Eretta sui ruderi di una precedente torre romana, fu rasa al suolo solo due anni dopo.

Ricostruita nel 1611, fu nuovamente abbattuta dai Turchi qualche anno dopo, per essere rimessa in piedi il secolo successivo come postazione d’avvistamento.

Dal 1870 al 1969 ha ospitato la Guardia di Finanza.

Del sistema difensivo faceva parte anche la Torre Capovento, a pochi chilometri a sud del paese, sull’omonimo strapiombo, anch’essa utilizzata come posto di dogana.

Cosa vedere nei dintorni di Sperlonga

Oltre il centro del borgo, tutto bianco, le Torri e La Villa di Tiberio con la sua bellissima Grotta ed il Museo, la Chiesa di S. Mariae de Speluncae, le spiagge sul mare, il lago, i promontori a picco, le falesie per gli arrampicatori, le località limitrofe con i Parchi, i castelli e le abbazie da Montecassino a Fossanova, cercate di arrivare fino a Terracina per vedere il Tempio di Giove.

Verso sud anche Gaeta è una città che offre molto per i vacanzieri e, per chi ha tempo è molto bello risalire la costa fino al Circeo.

Villa di Tiberio – Sperlonga

A chi percorra velocemente la Via Flacca, passa spesso inosservato questo bellissimo complesso costiero comprendente la Villa di Tiberio, la grande Grotta ed il Museo Archelogico. Esso è uno dei principali luoghi archeologici del Centro Italia, per la notevole massa di resti strutturali, tipici delle ville marittime, per gli aspetti naturalistici del sito esaltati dalle modifiche apportate dall’Imperatore e per la grande profusione di ornamenti e sculture qui rinvenuti ed in parte conservati nel locale Museo Archeologico.

AMBIENTE E STORIA
Questa Villa è localizzata su una altura presso il Mar Tirreno nel Sud del Lazio, ai piedi di un massiccio sperone dei Monti Ausoni. Questi brulli monti, che costituiscono una barriera invalicabile tra la fertile Piana di Fondi e la costa, sono ora compresi nel Parco Naturale Regionale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi. Nel 184 a.C. il Censore L. Valerio Flacco costruì (forse ristrutturando un percorso preesistente) una ardita strada di mezzacosta che passava di qui, unendo Terracina a Gaeta: la Via Flacca moderna ricalca in parte questo percorso.

Al km 16,300 della via Flacca (moderna strada panoramica costiera che, in parallelo alla via Appia, la quale corre all’interno, congiunge Terracina a Gaeta e Formia) sorge l’Area Archeologica della Villa di Tiberio. Questo Sito, stupendamente collocato in prossimità del mare, è composto dalla Villa Imperiale (con la GROTTA ad essa pertinente) e dal Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga.

La sontuosa Villa dell’Imperatore Tiberio fu edificata su una preesistente Villa di età repubblicana; le prime strutture sono infatti relative ad una residenza tardo-repubblicana, forse appartenuta ad Aufidio Lurco (nonno materno di Livia, moglie di Augusto). Tiberio (che succedette ad Augusto nel 14 d.C.) utilizzò questa residenza fino al 26 d.C.; in quell’anno, preoccupato dal verificarsi di una frana che lo investì durante un banchetto, l’Imperatore preferì traslocare a Capri.

LA VILLA E GROTTA DI TIBERIO
Gli scavi permettono una panoramica delle parti essenziali del complesso (che si sviluppava per un fronte marino di circa 300 m.) composto, oltre che dagli ambienti abitativi e di servizio, da impianti termali e riserve d’acqua, e dotato di un attracco sul mare. La grande grotta naturale (adattata con appositi interventi) accoglieva il triclinio imperiale con una piscina interna, collegata ad altre all’esterno adibite ad allevamenti ittici pregiati. L’interno della scenografica Grotta, in cui l’Imperatore amava passare molto tempo, era riccamente decorato con marmi pregiati e mosaici ed era arredato con monumentali gruppi scultorei dedicati alle imprese di Odisseo (di tutto ciò ‘in situ’ non è rimasto pressochè nulla… ma… non preoccupatevi troppo, leggete oltre.

La ricchezza dei reperti marmorei di questo sito (ed in particolare della Grotta) emerse in tutta la sua consistenza durante i lavori di costruzione della nuova Via Flacca (nel 1957) epoca in cui una vera e propria rivolta degli abitanti (ed in particolare delle donne) di Sperlonga impedì che tutti i reperti marmorei fossero – come d’uso – fagogitati da qualche grande Museo della Capitale. Ciò indusse lo Stato ad allestire (nel 1963) il Museo che ora si trova nell’Area Archeologica.

Questo è uno dei musei pi belli d’Italia: pezzo forte della raccolta è costituito dai celebri gruppi marmorei (di stile ellenistico) dedicati alle avventure di Ulisse (assalto di Scilla alla nave dell’ eroe, accecamento di Polifemo) ed altre sculture sempre ispirate alle vicende omeriche. Della raccolta museale fanno parte numerosi altri pregevoli reperti scultorei, decorativi, suppellettili e diversi manufatti che documentano la continuità di utilizzo della Villa anche dopo l’abbandono dell’Imperatore, fino all’età tardo-antica.